Inappetenza
Che cos’è?
È lo scarso appetito di un bambino. Sebbene possa essere sintomo di una malattia acuta (influenza, otite,bronchite), e quindi destinato a scomparire con la guarigione, spesso è la conseguenza di cambiamenti importanti (ad es., introduzione all’asilo o a scuola) o di comportamenti sbagliati dei genitori (pasti a orari poco regolari, forzatura a mangiare, ansia, alimentazione sbagliata ).
Come si manifesta?
Il bambino inappetente mangia poco (e con tempi lunghi), assaggia/giocherella/lascia il cibo, chiede qualcosa e poi cambia idea oppure afferma spesso di non avere fame.
Come va affrontata?
Bisogna escludere la presenza di malattie che riducono l’appetito (febbre, mal di gola, mal di pancia).Il genitore non deve agitarsi, non minacciare il bambino, ma neanche vezzeggiarlo e inventare giochi o distrazioni per convincerlo a mangiare: mangerà quando avrà appetito.
Non dare importanza alla poca fame aiuta a non drammatizzare la situazione, che può far sentir forte il bambino, il quale di fatto attua inconsciamente una sorta di ricatto psicologico sugli adulti. Se non ha fame, si può fargli saltare il pasto: non succede niente e a un certo punto comunque l’appetito arriva.
L’importante è che il bambino assuma liquidi.
Alcuni utili accorgimenti
• Distribuire i quattro pasti in maniera regolare nella giornata.
• Non far mangiare il bambino fuori pasto.
• Non esagerare nelle porzioni: un bambino inappetente si scoraggia di fronte a un piatto troppo pieno;è meglio eventualmente dargliene una seconda porzione.
• Far consumare il pasto con calma, senza fretta di finire.
• Somministrare cibi variati nel sapore e nell’aspetto.
• Rispettare i gusti del bambino e non somministrare alimenti che quasi certamente non gradirà.
• Far muovere il bambino in maniera da stimolare l’appetito (giocare all’aria aperta, nuotare, correre).
• Far sì che il pasto sia un momento sereno e allegro per tutta la famiglia.
SOMMINISTRARE VITAMINE E STIMOLANTI APPETITO NON E’ INDICATO, IN QUANTO PU0’ DETERMINARE UNA NON CORRETTA PERCEZIONE DELLA FAME, POTENDO DETERMINARE COME RISULTATO L’OBESITA’